Discussione delle licenze Creative Commons

[Simone Aliprandi <simone.aliprandi AT gmail.com>]

Lo scoglio del conflitto tra articolo 5 e articolo 11 LDA dovrebbe
essere parzialmente superato con il sopraggiungere del principio "open
by default" introdotto negli ultimi mesi (anche se bisogna comunque
fare qualche contorto giro interpretativo).
Se ne deduce che, ad oggi non è corretto dire che "senza consensi
espliciti, a discrezione della PA, non è possibile usufruire di dati e
derivazioni di essi". Se i dati sono disponibili e pubblicati, allora
si possono usare. E comunque resta i principio sacro e intoccabile
secondo cui non esiste alcuna tutela giuridica sulle idee e sulle
informazion in sè.
I limiti invece relativi alla normativa sui beni culturali sono in
effetti una bella scocciatura. Ma capirete bene che non hanno a che
fare con la sfera della proprietà intellettuale, quanto con quella del
diritto amministrativo e delle prassi burocratiche. In altre parole...
"la proprietà intellettuale sui quei dati non c'è... ma tanto noi
manco ve li facciamo vedere! Quindi il problema si risolve alla
radice".
E' ahimè un approccio davvero miope e da burocrate del 1800.
Ricordo quella volta che, occupandomi di dati geografici per un
progetto di ricerca, incappai nel sito di un'agenzia che vendeva (a
caro prezzo) dataset di fotografie aeree. Vedendo che sul sito veniva
messo in vendita un dataset di immagini risalenti a rilevazioni del
1989 subito pensai: "i diritti su queste immagini sono scaduti,
essendo mere fotografie ex art. 87 LDA. Basta che uno compra il
dataset e poi può far circolare lefoto senza problemi." (NB: era il
2010 quindi erano passati più di 20 anni).
Mi premurai di chiamare l'agenzia e chiedere spiegazioni su quel
disclaimer "copyright - tutti i diritti riservati" presente sul sito e
uno dei responsabili mi rispose che erano sotto copyright per 70 anni.
Io gli citai l'articolo 87, lui lo lesse mentre eravamo al telefono ed
iniziò ad agitarsi. Alla fine il tizio concluse la telefonata dicendo:
"adesso verifico con quelli dell'ufficio legale, e se è così allora
non metteremo più in vendita quelle foto!".
Ignoranza sopra ignoranza. Piuttosto che correre il rischio di vederle
circolare preferiva rinunciare anche alle vendite e tenersele ben
chiuse nel cassetto.
Il caso è molto diverso... ma l'atteggiamento mentale è lo stesso.

Ad ogni modo mi incuriosice questo "TRABUCCO M. 2009, Pubblico ma non
pubblico: prospettive normative sulla proprietà intellettuale dei dati
archeologici, in «Archeologia e Calcolatori», supplemento 2, pp.
65-70"
che in effetti non mi era noto. Sapete se ne esiste una versione
digitale in giro?

Un cordiale saluto.
--
Simone Aliprandi - http://www.aliprandi.org


Il 04 aprile 2013 21:59, pyArchInit ArcheoImagineers
<pyarchinit AT gmail.com> ha scritto:
> In questo articolo, pubblicato sul sito del progetto Mappa, mi pare chiare
> che i dati raccolti siano di esclusivo appannaggio della PA. Quindi senza
> consensi espliciti, a discrezione della PA, non è possibile usufruire di
> dati e derivazioni di essi.
> http://mappaproject.arch.unipi.it/wp-content/uploads/2012/03/Pisa_Dandrea-1.pdf
>