Discussione delle licenze Creative Commons

["J.C. DE MARTIN" <demartin AT polito.it>]

Caro Simone,

no, non e' cosi'. Chi era intervenuto prima di te in lista aveva
infatti fatto un'osservazione su una cosa specifica,
a cui ho risposto: "e' vero, avremmo dovuto farla da tempo".

I tuoi ultimi due interventi sono, invece, diversi.

Contengono allusioni a persone -sconosciute ed evidentemente
non in grado di esprimersi da sole- che non interverrebbero,
che si sarebbero allontanate dalla lista, ecc.

Contengono riferimenti alla "gente normale" a cui tu (tu solo?)
avresti accesso e la cui percezione del progetto CC
sarebbe negativa. Quale gente? Perche' sarebbe scontenta? Non si sa.

Rovesciano il mio tentativo di identificare la consistenza
di eventuali problemi specifici in una excusatio non petita:
ma quale excusatio?

Insomma, ci sta perfettamente Simone che tu:
1. abbia la sensazione che ci sia dello scontento in merito a CC
   e senta il bisogno di ricordarcelo periodicamente;
2. faresti, al posto di Creative Commons, le cose diversamente.

Sul punto numero 1, pero', se lo scontento e' per cose specifiche che
e' nel nostro (in senso lato) modificare/fare, sarebbe tuo dovere
cercare di sfruttare la tua conoscenza della "gente normale"
per farci sapere di cosa si tratta. Ti ringraziamo fin d'ora per tale 
servizio.

Sul punto numero 2, e' perfettamente possibile, Simone,
che facendo le cose a modo tuo, tu otterresti risultati ancora migliori
(misurati con l'unica metrica che davvero conti: il numero di
opere, possibilmente "pesanti", rilasciate con licenza CC).

Tuttavia CC ha scelto di fare le cose a modo suo.

Ovvero ha scelto di offrire "solo" strumenti e un po' di supporto
in merito all'uso di tali strumenti. Non community-building e tante
altre cose meritorie.

E' una scelta con dei pro e con dei contro, ovviamente, come tutte le 
scelte.

Ma la scelta e' questa.
Che io, per quel che puo' valere, condivido.

Perche' la cosa piu' importante e' che
chi vuole usare le licenze CC, le usi.

Poi, coloro che amano l'argomento "cultura libera", possono creare uno
student chapter  di  freeculture.org,  aderire a FrontiereDigitali (o 
altre realta'
simili in tante parti di Italia),  aprire una web radio su free/open 
(come stanno
pensando di fare degli studenti a Torino) o fondare un'associazione ex 
novo.
C'e' tutto lo spazio e tutta la liberta' che si vuole: avanti, mettersi 
al lavoro!

Come peraltro tu stesso fai, meritoriamente, da anni.

juan carlos de martin



Simone Aliprandi wrote:
> Guarda, Juan Carlos, mi spiace che tu la prenda così.
> Io non avevo fatto altro che confermare ciò che qualcun altro aveva
> sostenuto in lista.
> Non era nulla di polemico. Era solo l'osservazione di un dato di
> fatto, che è sotto gli occhi di tutti (e che appunto è stato sollevato
> non da me, ma da una persona che non conosco).
> Non si può certo negare che queste liste negli ultimi mesi sono un
> po'... come dire... "depresse". E che buona parte degli appelli fatti
> da noi semplici partecipanti alla lista di modificare o aggiornare
> pagine del sito sono caduti nell'oblio.
> E mi suona strano che tu mi risponda rimarcando i successi di Creative
> Commons Italia... Io già li conosco, non li ho mai negati, e sono uno
> di quelli che va in giro a raccontarli e sottolinearli, come tu ben
> sai.
> Però, se me li elenchi così in una lista pubblica, un po' mi viene in
> mente il detto latino "excusatio non petita accusatio manifesta"...
> In generale - se proprio vogliamo toglierci questo dente una volta per
> tutte - credo che il problema sia in una questione di approccio: se
> per te la conferma del buon operato di CC-Italia viene dal rating
> fatto da CC USA (chissà in base a quali parametri, poi), nella mia
> ottica invece tale conferma viene dal confronto costante con la
> community, con le sue esigenze, le sue proposte.
> A me sinceramente poco importa sapere che il tale centro di ricerca,
> la tale università, il tale ente ha detto che un progetto è ben
> strutturato... Mi interessa di più sentire giorno per giorno come la
> gente normale (che poi è quella a cui un progetto come CC si rivolge)
> percepisce il progetto e ci si rapporta.
> Tuttavia forse è anche inutile discuterne: so infatti che è una
> questione vecchia come lo stesso progetto CC (e che non dipende da
> te). Si è sempre discusso sull'opportunità o meno di creare degli enti
> di natura associativa che seguissero il lavoro di community; ma la
> decisione di CC USA è sempre rimasta quella di affidarsi a enti
> universitari o realtà parimenti strutturate.
> In questa scelta ci sono sicuramente dei vantaggi (garanzia di una
> certa competenza nella gestione del progetto, possibilità di ottenere
> finanziamenti di un certo tipo, visibilità...), ma anche degli
> svantaggi, proprio a livello di gestione della community.
> Detto questo... sono consapevole del fatto che, trattandosi di una
> lista moderata, forse questo messaggio non verrà pubblicato.
> Sarebbe davvero un peccato, perchè credo che tale mia riflessione (che
> - ripeto - seppur scomoda non ha alcun intento polemico, ma vuole solo
> fare luce su alcune questioni cruciali per Creative Commons) possa
> essere utile e interessante per i partecipanti di questa lista e in
> generale per gli osservatori del progetto CC-Italia.
> Un caro saluto a tutti.
>